lundi 29 janvier 2007
FELIX DROBEK - MANOPOLY
Poeta Maledetto di Jan Vander Laenen.
Per quanto concerne la forma, sono solito distinguere, per esempio, fra i sederi nobili, vale a dire quei sederi la cui spaccatura e' un po' troppo lunga rispetto alla larghezza di ogni singola natica, i sederi hard-rock americani, un paio di chiappe robuste attaccate belle basse in fondo all'estremita' della schiena, i sederi alla Ercole o, piu' semplicemente, quelli che fra tutti preferisco, i sederi impudentemente grossi.
Il profumo ed il gusto, invece in base a quanto ho potuto personalmente constatare in seguito ad anni di ricerche sul terreno mostrano una forte correlazione con la razza, il colore della pelle e degli occhi e, soprattutto, con le abitudini alimentari. Inutile precisare, quindi, che la zona anale di un olandese sa spesso di formaggio e di prodotti lattici, mentre quella di un uomo mediterraneo ha piuttosto un sapore di olio d'oliva extravergine e di basilico, mentre quella di un maghrebino conserva intatto il profumo inebriante delle erbe esotiche che si comprano la domenica al mercato del Midi di Bruxelles. Insomma, questa breve introduzione e' per convincervi della mia competenza come "chiappelier" e del fatto che il mio giudizio lusinghiero nei confronti del fondoschiena di Sebastiano non dev'essere minimizzato o ridicolizzato, ne' preso per la sortita di un ubriacone.
Poeta Maledetto è una raccolta di racconti - ambientati tra la variopinta popolazione di Bruxelles - che hanno per protagonisti marocchini astuti, erotomani impenitenti, regine di cuori alla ricerca del principe azzurro, falli artificiali riveriti come totem. Storie allegre, tristi, buffe, erotiche, malinconiche, tutte intrise della voglia di vivere e amare che da sempre caratterizza lo stile di Jan Vander Laenen, già autore del romanzo "Il servitore". (il testo in questione è tratto dal racconto Le natiche di Sebastiano. Il testo intero è disponibile cliccando sull'immagine).
samedi 27 janvier 2007
HERB RITTS
mardi 23 janvier 2007
Da "Canzone Carnascialesche" di Lorenzo de' Medici.
[...]
Quanto è una buona spanna
vaselletti lunghi abbiamo;
se dicessi: - Altri v'inganna -
noi ve li porremo in mano:
ritti al luogo li mettiamo;
nella punta acceso è il foco,
onde sparge a poco a poco
dolce odor, che ha gran potenza.
Or dell'olio vogliam dire:
ha odore e virtù tanta,
che fa altri risentire
dal capo insino alla pianta.
L'olio è una cosa santa,
s'è stillato in buona boccia:
esce fuori a goccia a goccia;
se più pena, ha più potenza.
L'olio sana ogni dolore
e risolve ogni durezza;
tira a sè tutto l'umore,
trae dal membro la caldezza,
penetrando la dolcezza
quanto più forte stropicci:
se hai triemiti o capricci,
usa l'olio e sarai senza.
[...]
Dalla Canzona delle Foreste.
[...]
Cetriuoli abbiamo e grossi,
di fuor pur ronchiosi e strani;
paion quasi pien' di cossi,
poi sono apritivi e strani;
e' si piglion con duo mani:
di fuor lieva un pò di buccia,
apri ben la bocca e succia;
chi s'avezza, e' non fa male.
[...]
lundi 22 janvier 2007
Piacere Buio.
Percussioni euforiche impazziscono
con battiti e cadenze sincronizzate
il cuore pompa fiumi di passione
onde mobili si indorano del notturno
e sembrano consistenze cangianti
morbidezze e tensioni scivolose
Preda e predatore
sono due forme inglobate in un piacere buio
violento, dolce e incosciente
Trascinata da mani ruvide e respiri frenetici
tra piume, nuvole e peli rosa
una piramide capovolta
cesella il volto della sabbia uniforme
Un fiore scosso da suoni indefiniti
si schiude, si chiude, si dischiude, si richiude.
The Wild Boys di William S. Burroughs.
Un pomeriggio sono nella baracca dove ci cambiamo e ci facciamo la doccia. Il ragazzo che ha detto che io ero suo amico è lì. Gli altri sono andati perchè è fiesta. Il ragazzo è senza camicia e la sua pelle è liscia come legno bruno levigato. Sbuccia un arancia e l'odore d'arancia riempie la baracca. Rompe l'arancia in due e me ne dà mezza e mi tira giù a sedere di fianco a lui sulla panca. Finisce l'arancia e si lecca le dita. Poi mi mette le braccia intorno alle spalle e posso vedere che ha i pantaloni tesi in su tra le gambe.
"Yo muy caliente, Johnny. Molto caldo". Strofina la faccia contro la mia. "Quiero follarte."
Il suo corpo è caldo come quello di un animale e sento un soffice formicolio nello stomaco e dico "Muy bueno". Ci togliamo i vestiti. Il ragazzo ha due rose azzure tatuate su ciascuna parte del sedere. C'è un odore muschioso dalle sue brune palle tese.
William Seward Burroughs (St Luois Missouri, 5 Febbraio 1914 - 1997) è stato uno scrittore statunitense appartenente alla cosiddetta beat generation. The Wild Boys, a cui si sarebbe ispirata l'omonima canzone dei Duran Duran, è del 1971. La traduzione qui presentata è di Giulio Saponaro per la SugarCo Edizioni, Milano. Per saperne di più sulla beat generation e su William S. Burroughs cliccate sull'immagine.
vendredi 19 janvier 2007
La Prima Volta.
mardi 16 janvier 2007
Il Satyricon di Petronio.
vendredi 12 janvier 2007
"Querelle de Brest" di Jean Jenet.
Rob Woodcox
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